Dark Star, quando l’esistenzialismo ti salva la vita nello spazio

Astronauta che dialoga con la Bomba #20 agganciata allo scafo — Dark Star (1974)

Un equipaggio annoiato e alienato, un saggio capitano deceduto il giorno della partenza a cui poter chiedere consigli, una bomba autocosciente che fraintende il momento in cui deve esplodere.
Cosa c’entra con l’esistenzialismo e il problema gnoseologico del conoscere il mondo?
Avevo visto questo film nei primi anni 2000, allora come oggi a periodi facevo fatica a prendere sonno la notte. Visto che ero in fissa col regista John Carpenter, perché non dare una possibilità al suo primo film?

Trama, ma solo quella che serve

L’astronave Dark Star gira per lo spazio a velocità prossime a quelle della luce. L’equipaggio, composto da 4 astronauti, vive l’isolamento con un profondo senso di apatia (i messaggi dalla Terra arrivano con decenni di ritardo). Inoltre, il capitano della nave, l’unico membro carismatico dell’equipaggio, è deceduto a causa di un malfunzionamento subito dopo la partenza.
Gli obiettivi della missione sono due: trovare nuove forme di vita intelligenti, individuare pianeti instabili e farli saltare.
Visto che la ricerca di nuove forme di vita intelligenti è dannatamente frustrante (l’ultima possibile forma di vita intelligente era un enorme vegetale capace solo di emettere flatulenze), l’unica gioia deriva dal fare esplodere pianeti.
Tutto sembra andare bene, quando un guasto invia alla Bomba #20 un segnale di detonazione mentre è ancora agganciata allo scafo, parte il conto alla rovescia.
L’unica salvezza? Parlare con la bomba e portarla a dubitare della “verità” dei suoi sensori.

L’idea che lavora qui

La Bomba #20 è dannatamente intelligente, ha chiaro il suo scopo: quello di esplodere, ha percezione di sé e delle informazioni che riceve.
L’unico modo per sopravvivere per l’equipaggio è farla dubitare: l'unica realtà che abbiamo è quella dei sensi, ciò nonostante può essere sbagliata.

Chiusura

La bomba, che aveva come unica certezza io penso, quindi esplodo, impara a dubitare e capisce che a volte il gesto più rapido è fermarsi un attimo.
Non intendo dirvi come va a finire, ma, come quasi tutti i film di Carpenter, le buone idee non hanno bisogno di miliardi spesi in effetti speciali.

Se non vi spaventano i film a basso budget e anche voi avete difficoltà a prendere sonno la notte, date una possibilità a Dark Star. In alternativa, suggeritelo a un vostro amico nerd.
Se dovesse piacervi, magari, potete anche tornare qui e condividere l’articolo.


Dati & contesto

  • Uscita: 1974
  • Regia: John Carpenter · Sceneggiatura: Dan O’Bannon
  • Durata: 83′
  • Origine: USA
  • Budget: ~60.000 $
  • Accoglienza: partenza incerta, poi status di culto

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