
Erano i primi anni Duemila: dividevo l’affitto con il mio amico Piero. Lavoravamo per la stessa azienda, ma spesso io avevo il turno del mattino e lui quello della sera. Ci vedevamo giusto a pranzo. Piero aveva l’abitudine di mettere in riproduzione uno dei tanti vecchi DVD che avevamo in casa.
Fra le varie serie di film, quella che tornava più spesso era Star Trek.
Rivedere i film mi aveva fatto apprezzare di nuovo la serie classica degli anni ’60. Negli ultimi giorni ho visto anche qualche puntata della nuova serie Star Trek: Strange New Worlds e tutti questi ricordi sono riaffiorati, facendo germogliare alcune riflessioni sulla morale kantiana e sui tempi che stiamo vivendo.
Trama, ma solo quella che serve
Hai raggiunto la tecnologia necessaria per intraprendere viaggi stellari ed esplorare la galassia. Appena scopri la tecnologia per la velocità a curvatura, gli alieni (che ti osservavano da un pezzo) si manifestano sulla Terra e ti propongono di unirti alla Federazione dei Pianeti Uniti.
Costruisci le tue navi e ti appresti a esplorare la galassia. Bada bene: esplorare è diverso da conquistare. Niente esportazioni di democrazia, niente hanno cominciato prima loro, e non scomodi nessuna divinità che da qualche parte potrebbe aver scritto che la galassia è tua e puoi farci ciò che vuoi.
Quando le navi della Flotta Stellare incontrano una nuova civiltà evoluta, si parte dal dialogo, mai dal la mia clava è più grossa della tua. Il tuo obiettivo non è colonizzare, ma comprendere e costruire alleanze sostenibili.
In Star Trek la diplomazia e la ragione la fanno da padrone.
E se questo, negli anni ’60 (in piena Guerra fredda e negli USA), poteva suonare come fantascienza sociale, vale la pena soffermarsi su quanto sia multietnico l’equipaggio: uno degli ufficiali tecnici è addirittura vulcaniano (su questo torneremo magari in un altro post).
Nella plancia dell’Enterprice la tua identità e la tua dignità nascono nelle relazioni. Da qui i valori tipici di Ubuntu: empatia, ospitalità, cooperazione, responsabilità reciproca.
L’idea che lavora qui
Potrà sembrare azzardato come collegamento (anche se ormai credo vi siate abituati), ma il modello etico proposto dalla Flotta Stellare in Star Trek trova molti punti d’incontro con un testo kantiano.
In Per la pace perpetua Kant formula il diritto cosmopolitico come ospitalità: non carità, ma diritto di visita. Chi arriva pacificamente ha diritto a non essere trattato da nemico e a chiedere udienza.
Nello stesso testo si parla anche di comune possesso della superficie terrestre. La Terra è finita e condivisa: nessuno ha più diritto di un altro a trovarsi in un punto del suolo. L’incontro tra popoli è inevitabile: serve una norma che lo renda giusto.
Kant critica anche le avventure coloniali mascherate da commercio: scambi imposti, empori con baionette, “scoperte” che sono occupazioni. Star Trek lo mette in chiaro: integrazione non è assimilazione.
Chiusura
Per aspera ad astra è un metodo per raggiungere le stelle senza consumare gli altri. Star Trek mostra che la strada verso le stelle è fatta di protocolli giusti, mani diverse sullo stesso timone e due promesse semplici: - una persona è persona attraverso le altre persone - tratta il prossimo come fine e mai solo come mezzo(Kant, Fondazione della metafisica dei costumi).
Dati & contesto
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Star Trek
- Creatore: Gene Roddenberry.
- Prima messa in onda: 8 settembre 1966 (TOS, NBC)
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Kant
- Per la pace perpetua
- Fondazione della metafisica dei costumi